"Romanzo di formazione", come definito da Sergio Romano, che descrive con arguzia e senso dello humor le esperienze giovanili vissute dall'autore tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento: l'antifascismo del periodo universitario; il servizio di leva sul Carso e a Trieste; la guerra come ufficiale di fanteria sul fronte dei Balcani tra ustascia, cetnici e partigiani titini; il servizio di sorveglianza alla residenza del Re a Roma che gli permette di testimoniare circa la fuga del sovrano e il tradimento di Badoglio al momento dell'Armistizio; la Resistenza dopo l'8 settembre. Sono le memorie di un giovane che fu amico di Antonio Giuriolo, Aldo Capitini e Guido Calogero, e che frequentò anche Ragghianti, Codignola, Agnoletti, Salani, con i quali ha partecipato a quel movimento di riforma delle coscienze che si è espresso nel liberal-socialismo, nell'antifascismo, nella Resistenza e nel Partito d'Azione. Feroce nella denuncia delle vigliaccherie, opportunismi e conversioni dell'ultima ora.